Una mostra di 18 pittori triestini intitolata “Trieste, cittàfrontiera, cittàcerniera” ha marcato l'ingresso nella Quaresima all'indomani della Messa degli Artisti che si celebra ogni anno a Nizza il Mercoledì delle Ceneri, nella chiesa di Saint Pierre d'Arène. Sono onorata di essere stata invitata a partecipare attivamente a questi due eventi che hanno creato una interessante sinergia culturale e spirituale tra le due città dove risiedo durante l'anno. Il tema “Esodo(i)” scelto per l'edizione 2017 della Messa dal Cappellano degli Artisti, Yves Marie Lequin, un domenicano di larghe vedute ed egli stesso artista, ha ispirato anche il titolo dell'esposizione curata da Franco Rosso, Presidente del Centro Z04, a Trieste con la mia collaborazione organizzativa a Nizza. Per il sesto anno consecutivo Padre Yves Marie ha raccolto intorno ad un tema unificante 200 artisti di cui 90 hanno esposto 130 opere: un' imponente mostra che rimarrà nella chiesa fino a Pasqua.
Il tema dell'Esodo è affrontato dagli artisti nel senso biblico o nel senso dell'attualità. Esso rappresenta il percorso dei 40 giorni della Quaresima, fino all'ingresso nella luce pasquale; i 40 giorni di Cristo nel deserto; o ancora i 40 anni trascorsi dal popolo ebreo nella sua marcia erratica verso la Terra Promessa. D'altra parte, ci sono anche le immagini che appaiono ogni giorno sul nostro schermo televisivo e ci mostrano esseri umani, nostri simili, che partono verso l'ignoto, cacciati dalla loro terra per un insieme di ragioni economiche, politiche o anche ambientali. In entrambi i riferimenti, l'esodo è la risposta ad un desiderio di pace, di felicità; è il bisogno di rifugio, di conforto, e al tempo stesso una ricerca itinerante.
Il Cappellano degli Artisti ed il Parroco di Saint Pierre d'Arène, padre Gil Florini, hanno voluto creare questo momento di riflessione il Mercoledì delle Ceneri in primo luogo per i Cristiani, che si riconoscono tutti come “migranti sulla terra” seguendo l'esempio di Abramo, che per primo
rispose all'appello divino di lasciare il suo Paese. Hanno quindi rivolto a tutti, credenti e non credenti, venuti ad assistere alla Messa degli Artisti, questo invito a riflettere sulla complessità delle migrazioni umane: Messa che è certamente una festa fuori norma, un grande spettacolo vivente, originale, di creatività e di gioia condivisa, ma al tempo stesso punteggiato da momenti gravi e solenni che sono espliciti nel ricordarci l'attentato del 14 luglio scorso, perpetrato proprio sul territorio della parrocchia.
L'evento risponde ad una tradizione centenaria, secondo il voto di Willette ( 1857-1926), un artista parigino assai controverso, provocatore, anticlericale ma profondamente credente, che aveva richiesto agli artisti di riunirsi ogni Mercoledì delle Ceneri per pregare nel ricordo di quelli deceduti durante l'ultimo anno e per quelli che sarebbero morti nei 12 mesi successivi, cioè ancora viventi!
Questa celebrazione originale, che ha ricevuto la benedizione di Papa Giovanni XXIII nel 1959, ha assunto a Nizza una dimensione straordinaria grazie alla personalità carismatica del Cappellano ed alla collaborazione attiva e fraterna di numerosi artisti, che nel corso dell'anno si adoperano per la piena riuscita di questo incontro spirituale e culturale: una Messa che attira nella chiesa oltre 2000 persone ed è trasmessa su internet, aumentata anche da una realtà virtuale 3D.
Il rituale liturgico del Mercoledì delle Ceneri è pienamente rispettato, ma la sua bellezza è valorizzata dalle opere degli artisti, co-autori fraterni della celebrazione: pittori, iconografi, attori, scultori, musicisti, cantanti e fotografi.
Quest'anno la Messa ha avuto inizio con le note di “Va Pensiero” di Verdi, cantato da un coro ecumenico; e la processione è stata aperta dalla croce e dall'evangelario, entrambe opere contemporanee, con attori e figuranti in costume, iconografi, ciascuno con la loro icona, rappresentanti ecumenici, seguiti dai sacerdoti che avrebbero condiviso la celebrazione.
Durante la processione, davanti all'altare un'attrice ha impersonato una migrante con gli occhi bendati, che per tre volte ha gridato “Libertà”. Immersa nell'oscurità, la chiesa si è animata un po' alla volta con il gioco quasi magico delle fiammelle di migliaia di candele in mano a tutti i presenti, durante la lettura della preghiera di Willette da parte di Nivèse: rinomata artista della Scuola di Nizza, che ha anche creato i variopinti paramenti sacri indossati dal Cappellano; originaria di Pola, anch' essa ha vissuto da ragazza il dramma dell'esodo. È seguita dall'evocazione dei nomi degli artisti morti in tutto il mondo nel corso dell'ultimo anno da parte di suo marito Frédéric Altmann, maestro di fotografia e poliedrico operatore culturale, anch'egli esule, dalla Russia.
Durante la celebrazione, si sono succeduti canti lirici e musica popolare, cori, intermezzi teatrali, senza dimenticare il momento solenne della benedizione delle icone. Ma questa Messa ha trovato la sua ragione di essere più genuina nel messaggio centrale dell'omelia di Yves Marie e nella parola maestra “ Décloisonnons tous les mondes”, ovvero abbattere ovunque ogni tipo di barriere e di separazioni, a cominciare dall'interno di noi stessi e tra di noi, per far dialogare tra loro gli aspetti più diversi delle attività umane. A questo messaggio ha fatto eco, alla fine della Messa, l'invito alla Pace, in questi tempi cosi' perturbati, da parte dei rappresentanti di fedi diverse: cattolica, protestante, ebraica, musulmana, unitamente ad un messaggio umanista: un invito completato per la prima volta quest'anno con dei mantra vedici che ho avuto il privilegio di recitare in sanscrito.
Come il piccolo colibrì della leggenda amerindia, sono grata di aver potuto rispondere “presente” a questo appello: partecipando alla Messa dalla parte degli artisti, con una miniatura su tavola raffigurante “ la Fuga in Egitto”, e dalla parte degli iconografi, per cui ho avuto la responsabilità organizzativa, con una mia icona di San Giacomo di Compostella; mentre un'altra icona, raffigurante la Santa Trinità, scritta di mia mano, era esposta sul pulpito, al cuore della liturgia.
A giudicare dalla folla assiepata nella chiesa, nonché dall'emozione e profondo raccoglimento intorno alla mostra sul tema “ Esodo(i)”, questa Messa degli Artisti dimostra ancora una volta che il dialogo è sempre possibile tra l'arte contemporanea ed una chiesa aperta ai tempi odierni, multiconfessionale e solidale.