La data del 12 febbraio 2016 riveste un'importanza straordinaria per l'ecumenismo perché Papa Francesco, Vescovo di Roma e Sommo Pontefice, ha incontrato a Cuba Kirill, Patriarca di Mosca e Primate della Chiesa Ortodossa di Russia: un incontro che non ha precedenti nella storia del Cristianesimo, dal grande scisma del 1054 tra Oriente ed Occidente, e che costituisce un insigne primo esempio di comunione all'apice delle due Chiese.
Secondo la tradizione, l'icona originale, detta “Korsunskaya”, festeggiata l' 8 ottobre, sarebbe giunta dalla Transilvania nella zona di Korsun, in Crimea, conquistata dal Principe Vladimir nel 988, dove egli ricevette il battesimo. Nei secoli che seguirono, l'icona fu trasferita a Kiev, poi a Novgorod e quindi installata definitivamente nella Cattedrale della Dormizione a Mosca dove si venera tuttora. Nel secondo millennio, numerose icone, anche se di tipo leggermente diverso, portano lo stesso nome, essendo giunte a destinazione seguendo lo stesso percorso: tutte presentano tuttavia la medesima postura, con la Madonna che abbraccia il Bimbo divino con la mano sinistra e mostra con la mano destra un gesto di affettuosa protezione, mentre Gesù regge il rotolo della Legge.
Questa icona, presentata alla Chiesa di Nostra Signora di Sion, è stata eseguita durante un ritiro iconografico nel monastero delle Clarisse di Nizza, sotto la guida del Maestro Giancarlo Pellegrini. L'icona è stata scritta su una tavola di legno di ciliegio che misura 47 per 50 centimetri, gessata con undici mani di bianco di Bologna e dorata alla foglia di oro libero incisa con delicati motivi decorativi. I pigmenti storici lavorati a tempera con successive velature sono completamente naturali e provengono del regno vegetale (ocra gialla, nero di fumo, terra verde) e del regno minerale (cinabro, lapis lapislazzuli, azzurrite, bianco di piombo, ematite). L'esecuzione delicata dei visi e delle mani è stata realizzata con la tecnica di successivi passaggi di ocre sempre più luminose, di velature intermedie, di arrossamento, di grafie di varie tonalità di ocra rossa e dall'applicazione dei tratti vivi nelle parti più luminose delle carnagioni; alla fine, una raffinata tecnica di “assist”, ovvero di sottili decorazioni delle vesti con oro a foglia applicato con una mistione all'acqua, ha completato l'opera. Secondo la tradizione, il lavoro iconografico si è concluso apponendo le iscrizioni che richiamano i nomi della Madre di Dio e del Cristo nella lingua russa antica.
Questa icona della Madonna di Korsun è stata scritta in occasione del cinquantenario del Santuario di Monte Grisa, con il proposito di offrirla in dono alla Diocesi di Trieste. Con Monsignor Ettore Malnati, Vicario per il Laicato e la Cultura, nonché fervente sostenitore del dialogo ecumenico, l'iconografa ha riflettuto a lungo sull'idoneità di un luogo adatto alla venerazione per questa preziosa icona, giungendo alla conclusione che l'atmosfera del Tempio Mariano fosse troppo imponente ed austera: l'immenso spazio interno si presta idealmente ad ospitare opere di arte sacra contemporanea con indirizzo astratto, come il magnifico polittico della pittrice Franca Batich ed altre, ma conviene poco ad un'icona di dimensioni medie che i devoti devono essere in grado di vedere da vicino, ancorché protetta in modo adeguato.
Di comune accordo si è ritenuto che questa icona avrebbe trovato una sua collocazione ideale nell'atmosfera di raccoglimento di questa cripta consacrata alla preghiera ed alla meditazione ma anche al dialogo interreligioso. È stato cosi deciso di donarla alla Parrocchia di Nostra Signora di Sion nel giorno dell'incontro a Cuba tra Papa Francesco ed il Patriarca Kirill, durante la Santa Messa celebrata dall'Arcivescovo Gianpaolo Crepaldi. Questo gesto intende essere un modesto riflesso ecumenico dello storico incontro, poiché l'arte dell'icona, che ha assunto di importanza principalmente nella tradizione ortodossa orientale, non è certo estranea alla tradizione cristiana occidentale. Nei primi tempi della Chiesa Indivisa, icone mariane venivano già venerate nelle basiliche romane e due splendidi esemplari sono giunti fino a noi: sono tuttora venerate la Madonna Salus populi romani a Santa Maria Maggiore e Santa Maria ad Martyres al Panteon.
Con l'augurio che lo storico incontro del 12 febbraio 2016 segni l'inizio di una comunione autentica tra le due Chiese, per far rivivere nel nostro mondo contemporaneo l'Unità che hanno conosciuto i cristiani dei primi secoli della nostra era.
A cura di Caroll Rosso Cicogna, che ha scritto questa icona e l'ha donata alla Parrocchia di N. S. di Sion.