Tutto è riempito di Luce : il cielo, la terra ed anche l'inferno

"Tutto è riempito di Luce : il cielo, la terra ed anche l'inferno"

Alla fine del 2019, quando dipingevo l’Inferno, una composizione a tecnica mista in cui è inserita una mia miniatura rappresentante Dante e Virgilio nel nono girone, non potevo immaginare che la pandemia avrebbe travolto il mondo. Quando la contemplo oggi, rimango stupita davanti a questa visione metafisica dell’Inferno e mi domando se il nostro Cappellano degli Artisti della Costa Azzurra, il padre Yves Marie Lequin, non abbia avuto un barlume visionario proponendoci il tema della Messa degli Artisti 2020 : “Inferno, Purgatorio, Paradiso”, ispirandosi alla Divina Commedia di Dante Alighieri, ed in particolare richiamando gli ultimi versi dell’Inferno dantesco che recitano

“ E quindi uscimmo a riveder le stelle ”

Questo trittico dedicato alla Divina Commedia inteso a celebrare l'Anno di Dante, ovvero il settimo centenario della morte del Sommo Poeta, si ricollega alle ultime parole che compaiono alla fine di ognuna delle tre cantiche della monumentale opera poetica medievale. 

Inferno, canto XXXIV, verso 139: E quindi uscimmo a riveder le stelle . 

Purgatorio, canto XXXIII, verso 141: Puro e disposto a salire le stelle . 

Paradiso, canto XXXIII, verso 145: l'amor che move il sole e l'altre stelle 

Come mi è stato fatto notare dal  critico d'arte e poeta, ma sopratutto caro amico, Enzo Santese, il valore simbolico della parola "stelle" è associato alla  luce ed all'energia dell'essere :  ovvero " gli astri, posti a considerevole distanza dalle miserie umane, sono corpi da cui si irradia la luce nell'universo".

Anche Attilio Momigliano, autorevole critico letterario del secolo scorso e grande studioso dell'opera di Dante, osserva che la menzione  delle stelle, meta dello stesso Dante nel verso finale di ogni cantica, non è pura rispondenza simmetrica, ma espressione del motivo ideale che corre attraverso il poema ed innalza costantemente il Poeta verso la meta.È bene ricordare che, alla fine del Medio Evo, la Divina Commedia ci offre un grande affresco delle conoscenze pregresse, con qualche spiraglio di apertura sul Rinascimento. È proprio questo il viaggio che percorre il Poeta, in compagnia di Virgilio a cui lo ha affidato Beatrice : un viaggio nell'Altro Mondo, quello sconosciuto in cui i personaggi principali sono delle Anime. Ed è cosi che le stelle sono diventate il vero filo conduttore di questo mio lavoro.

Per quanto riguarda la tecnica ho giocato su due piani per l'Inferno ed il Purgatorio: quello della Tradizione, con due miniature su pergamena, combinato a quello dell'Astrazione, con una tecnica mista di acrilico, acidi e cere, sabbia e sale. Per il Paradiso, che occupa il pannello centrale, lo stile è marcatamente metafisico con l'uso prevalente del Blu Klein  e della foglia d'oro, superando in tal modo la mera rappresentazione. La foglia d'oro, che mette in maggior risalto i tre pannelli, rappresenta il legame spirituale tra i due mondi: quello della Tradizione e quello della Contemporaneità. 

L'INFERNO è raffigurato da un cono che sprofonda verso il basso, sul quale sono marcati i richiami ai nove gironi danteschi. Prevale il nero nelle sue varie sfumature, brillanti, opache, calde sopra un fondo rosso e fredde con il sottofondo blu. Questo crea un'atmosfera scura, di fuoco  in alto delle nove  sfere, e di ghiaccio nel basso di esse, in cui si trova costretto ed esausto il Poeta. Conviene ricordare che, dopo un lungo ed arduo viaggio tra pene e castighi in uno spazio buio e stretto, Dante in compagnia di Virgilio si trova nel nono girone che racchiude i traditori incastonati nel ghiaccio. In contrapposizione, i frammenti di foglia d'oro fanno rinascere la Luce nelle tenebre più oscure attraversate dalla spirale dorata che simbolizza il camino di Dante e Virgilio. Da lì  cercherà di risalire verso "le stelle" che saranno la sua guida nel  cammino verso il Divino.

Per la struttura del dipinto, ho scelto di adottare questa forma conica invertita ispirandomi a " La Voragine dell'Inferno", una pergamena di Sandro Botticelli : al fondo ho inserito una miniatura di mia mano secondo un antico manoscritto miniato, l'Antiphonaire di Padoue ( 1845) custodito alla British Library di Londra, che illustra perfettamente la prigione di ghiaccio descritta da Dante.

IL PURGATORIO è rappresentato viceversa da un cono rivolto verso l'alto ed attraversato da piani inclinati che simbolizzano le sette terrazze del Purgatorio dantesco. Qui domina il colore verde che simbolizza la promessa di salvezza. Forma e colore indicano la direzione da seguire da parte del Poeta : deve tendere sempre ad elevarsi verso aree di maggiore Luce, guidato dalle stelle in un cammino di vita dove il buio si attenua progressivamente.

Circa la struttura del dipinto, varie strisce di rosso nella parte inferiore del quadro marcano la separazione dall'Inferno, ricordandone il fuoco tormentoso, mentre in alto del cono appare una miniatura di mia mano raffigurante il momento in cui alcune anime vengono sollevate dagli angeli verso il Paradiso, suggerito dalla striscia in oro. L'originale proviene dal " Bréviaire à l'usage de Besançon" ( prima del 1498). 

IL PARADISO, intenzionalmente al centro del trittico come metafora dell "Aurea Mediocritas", esalta la scelta astratta in cui prevale il blu : più precisamente un blu che si avvicina al "Bleu Klein" contemporaneo e che identifica il cielo dai tempi di Giotto. La Divinità immanente è espressa attraverso l'espandersi dell'oro, lontana reminiscenza dell'icona, che prevale nel semicerchio superiore e che scaturisce dal centro del quadro, mentre l'oscurità del semicerchio inferiore è solo stemperata da una tonalità di nero a sfumature verdi che richiama la speranza che precede la visione del Paradiso.

Da notare la circolarità della forma troncata sui suoi lati, con in basso una sottile linea di rosso che delinea la Terra,  ed un'altra in alto, di blu scuro che sottolinea il Cielo. Il centro del pannello, di un blu molto scuro,  si schiarisce verso l'esterno in sfumature di blu come nelle mandorle di Cristo nelle icone tradizionali. Il dinamismo del nucleo centrale  simbolizza l'eterno ritorno dell'esperienza umana, fatta di divinità e di umanità, di temporalità e di eternità; ed infine la pioggia di stelle in forma appena suggerita di cono invertito, collega il blu con l'oro del fondo ed accentua ulteriormente, alimentandolo, il movimento centrale.

Per concludere vorrei aggiungere qualche parola sulla scelta dei colori.

Per il mio trittico, intuitivamente, ho scelto il binomio nero-oro giallo per l'Inferno, verde-oro luna per il Purgatorio e blu-oro intensi per il Paradiso, con richiami di rossi in tutti i tre pannelli. 

Quando avevo già iniziato la stesura di questi colori,  ho trovato un testo rivelatore in una pubblicazione della Johns Hopkins University Press intitolato “ Dante’s sense of colours”. Esso riproduce una ricerca sui diversi colori evocati nella Divina Commedia, evidenziando come essi non soltanto possiedano un valore estetico, ma suggeriscano un pensiero sottostante.

Nelle sue descrizioni poetiche, Dante non ne usa molti ma suggerisce tante gradazioni diverse di pochi colori rendendoli molto suggestivi. Il Poeta era anche  un artista sensibile che amava le tinte brillanti: in questo senso in anticipo rispetto al suo tempo.

Più precisamente, per l’approccio all’Inferno, Dante prevede il “bruno”, e poi successivamente “ nero, buio, oscuro, bruno”. L’aria intorno è di colore “ perso, fosco, nero”, la vegetazione è “ fosca” e le acque sono di colore “bruno” e persino gli angeli sono “neri”. Ma in questa oscurità ci sono anche dei colori brillanti che la stessa oscurità non può far scomparire: rosso e vermiglio. Per il Purgatorio, il Poeta ricorre nelle sue descrizioni al verde, al bianco, al giallo, al vermiglio ed all'oro. Il  fondo di tinta oscura, reminiscenze dell'Inferno, è percorso da movimenti in varie tonalità di verde con accenni di giallo orientati verso l'alto in una dinamica di Luce che ricordano il " verde smeraldo" degli occhi di Beatrice ed il colore verde della sua mantella. Per il Paradiso, Dante usa un  riferimento esclusivamente al bianco ed all'oro insistendo sulla brillantezza di questi colori che ricordano le pietre preziose e la Luce pervasiva.

Nel mio quadro del Paradiso, ho privilegiato il blu che richiama il Divino Femminile e, nella Divina Commedia, la figura di Beatrice. Il colore blu è altresì  un filo conduttore, un collegamento sottile, quasi allusivo di questo trittico. Lo si trova quasi impercettibile nel pannello dell'Inferno , nella miniatura con un blu ghiacciato quasi bianco, dove si gelano i traditori, e nel mantello di Virgilio. In alto del cono, un'allusiva traccia di blu collega l'Inferno al pannello centrale del Paradiso, inondato di blu: un blu che si ritrova anche nel Purgatorio con un tenue filo che attraversa la miniatura, il cui cielo è blu, e collega tra loro le stelle, per sconfinare con il limite del pannello stesso.

Questo trittico della Divina Commedia esprime anche un riepilogo ideale del mio percorso artistico. Dopo un primo periodo più figurativo negli Anni 90, l'icona ha attraversato il mio cammino all'inizio del secolo XXI, seguita  dalla miniatura : entrambe rimangono molto presenti nel mio stile attuale risultante da una fusione di arte tradizionale, con materiali preziosi e pigmenti storici combinati a tecniche sperimentate e rigorose, da un lato, e con un' arte a tecnica mista con materiali poveri, colori acrilici e gesto più libero ed istintivo, dall'altro. Ma il comune denominatore rimane sempre frutto di un lungo periodo di ricerche e riflessioni intellettuali. In questo modo, nella mia arte, preferisco sempre adottare un approccio indiretto simile a quello di uno scrittore nei confronti del  suo lettore. 

Mi auguro che questo mio contributo artistico all'anno che celebra Dante Alighieri, venga capito ed apprezzato come un umile impegno per il successo di questa iniziativa, avviata in ogni parte del mondo ad ampio spettro e comprendente le  arti figurative: con determinazione ed entusiasmo degni del divino Poeta che è comunemente ritenuto il padre della Lingua italiana.

Barcola, il 18 Agosto 2021