Caroll Rosso Cicogna ci accompagna "a riveder le stelle"

Le stelle, richiamate alla fine di ciascuna delle tre cantiche della Divina Commedia, sono anche il filo conduttore del trittico da me di pinto in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Il valore simbolico della parola stelle è associato alla luce ed all'energia dell'essere, espressione del motivo ideale. che corre attraverso il monumentale poema e innalza costantemente il Poeta verso la meta. In altri termini, "gli astri, posti a considerevole distanza dalle miserie umane, sono corpi da cui si irradia la luce nell'universo". È bene ricordare che, alla fine del Medio Evo, la Divina Commedia ci offre un grande affresco delle conoscenze pregresse, con qualche spiraglio di apertura sul Rinascimento. È proprio questo il viaggio che percorre il Poeta, in compagnia di Virgilio a cui lo ha affidato Beatrice: un viaggio nell'Altro Mondo, quello sconosciuto in cui i personaggi principali sono delle Anime. La mia opera consiste di tre pannelli (60x90) in tecnica mista.

L'Inferno è raffigurato da una forma conica invertita ispirata a "La Voragine dell'Inferno", una pergamena di Sandro Botticelli: una miniatura di mia mano, secondo un antico manoscritto miniato, è inserita nel cono che sprofonda verso il basso, sul quale sono marcati i richiami ai nove gironi danteschi e dove prevale il nero nelle sue varie sfumature. Questo crea un'atmosfera scura, di fuoco in alto delle nove sfere, e di ghiaccio nel basso di esse, in cui si trova costretto ed esausto il Poeta. Dante in compagnia di Virgilio si trova nel nono girone, che racchiude i traditori incastonati nel ghiaccio. In contrapposizione, i frammenti di foglia d'oro fanno rinascere la Luce nelle tenebre più oscure attraversate dalla spirale dorata che simboleggia il cammino di Dante e Virgilio. Il Purgatorio è rappresentato viceversa da un cono rivolto verso l'alto e attraversato da piani inclinati che rimandano alle sette cornici del Purgatorio dantesco, con una dominante di verdi che rappresenta la promessa di salvezza, mentre nella parte alta del cono appare un'altra miniatura raffigurante il momento in cui alcune anime vengono sollevate dagli angeli verso il Paradiso, suggerito dalla striscia in oro.
Il Paradiso, intenzionalmente al centro del trittico come metafora dell'Aurea Mediocritas, di forma circolare troncata sui suoi lati, esalta la scelta astratta in cui prevale il blu e la foglia d'oro, lontana reminiscenza dell'icona. Il dinamismo del nucleo centrale esprime l'idea del costante ritorno dell'esperienza umana, fatta di temporalità e di eternità; e infine la pioggia di stelle collega il blu con l'oro del fondo e accentua ulteriormente, alimentandolo, il movimento centrale.

Per il mio trittico, intuitivamente, ho scelto il binomio nero-oro giallo per l'Inferno, verdeoro luna per il Purgatorio e bluoro intensi per il Paradiso, con richiami di rosso nei tre pannelli. Nelle sue descrizioni poetiche, Dante non ne usa molti ma suggerisce tante gradazioni diverse di pochi colori rendendoli molto suggestivi: esse coincidono in larga misura con i colori che ho scelto per la mia opera.